La sirena e il fantasma di Marina di Camerota

Probabilmente sorta nel VI secolo dai Focei, passando per le mani di numerosi popoli (normanni, arabi) e regni (angioini, aragonesi) che l’hanno influenzata, sino ad arrivare ai Borbone che il 17 luglio 1848 l’hanno nominata come parte litorale di Camerota, Marina di Camerota è incastonata nella preziosa riserva della biosfera del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Il meraviglioso paesaggio cilentano ha ammaliato il cuore di marinai che vi si stanziarono lasciando addirittura Sorrento e Amalfi (quando, nel 1600, Marina di Camerota si chiamava Marina di Linfreschi) e di scrittori come Berardino Rota, poeta del ‘500 che scrisse della leggenda di Kamaratòn e di Palinuro.

 

La leggenda della sirena

Il marinaio di Enea, Palinuro, navigando lungo le coste del Cilento, scorse la femminea figura di Kamaraton, una sirena così bella che portò il nocchiero alla follia d’amore.

La ninfa acquatica era tanto bella quanto superba, e per pura cattiveria respinse le dichiarazioni accorate del giovane marinaio che, stravolto dalla passione, seguì la sirena sino al fondo del mare, perdendo così la vita.

Venere, dea dell’amore e madre di Enea, fu sdegnata da così tanta crudeltà e trasformò la sirena in nuda roccia: un promontorio rivolto verso il mare.

Fu per sempre costretta a mirare il mare che non avrebbe mai più raggiunto, luogo dove l’uomo che più di ogni altri l’aveva amata aveva perso la vita per lei e del quale le spoglie, raccolte dalla stessa Venere, giacevano in un promontorio nelle immediate vicinanze.

Nacquero così, rispettivamente, Camerota e Capo Palinuro, che distano appena otto chilometri circa.

Ma se durante il giorno il cuore dei viandanti è affascinato, al calar delle tenebre esso rimane pietrificato dal terrore.

 

La leggenda del fantasma

Pare che la spiaggia di Lentiscelle, piccolo e adorabile golfo di sabbia fine, ospiti lo spirito di una giovane donna che, irrequieta e ansiosa, si aggira a velocità sostenuta soprattutto durante le notti di luna piena.

C’è chi sostiene di aver visto sfrecciare il fantasma, in lacrime, dal cimitero alle spalle della spiaggia.

Chi giura di aver notato un velo bianco volare lungo la staccionata di legno di Lentiscelle.

Ma la leggenda di sicuro vuole che solo negli ultimi decenni si è palesata tale presenza, da quelle parti.

E’ possibile che ci sia un parallelismo con la storia di “Mariagemella”, il nome che la collettività ha dato alla giovine sposa che per motivi di gelosia, orgoglio e onore fu ammazzata da Gianluca, suo sposo, secoli e secoli or sono.

Il corpo della donzella fu scaraventato nello strapiombo ai piedi del palazzo dei Serre, e da quel momento una triste figura eterea si aggirava maledetta per le stanze della costruzione rinascimentale e nella vallata sottostante.

Questo fino a quando un vescovo non ha benedetto il luogo. Non si sa come, non si sa quando, ma pare che il rituale religioso avesse funzionato.

La stranezza è che subito dopo un fantasma si aggirasse per la spiaggia di Lentiscelle.

Fatto sta che, se il fantasma di Mariagemella dovesse corrispondere a quello che, si dice, infesti la spiaggia di Lentiscelle, le ipotesi possono essere due: o le preghiere del vescovo hanno soltanto allontanato lo spirito, portandolo da Camerota a Marina di Camerota; o il corpo è stato seppellito nel cimitero di Lentiscelle.

In entrambi i casi, pare che lo spirito non abbia ancora trovato la meritata pace.

 

Curiosità:

- Kamaraton, dal greco, vuol dire “costruita a volta/a camere”. Con ogni probabilità si intende la presenza delle numerose cave di origine preistorica, come le grotte di Santa Maria e Porto Infreschi, accessibili solo dal mare; la Grotta Sepolcrale, che negli anni ’60 diede vita al fittizio Homo Camerotensis, entità in netta contrapposizione con l’uomo di Neanderthal sia per la forma cranica ch’egli possedeva sia l’era geologica in cui, erroneamente si ipotizzò, aveva vissuto; le grotte non più disponibili di Nicchia Gamba e Della Calanca.

Qualche metro prima della spiaggia di Lentiscelle vi è la Grotta della Serratura, così chiamata per la sua caratteristica forma. Studi archeologici recenti dimostrano che già l’uomo di Neanderthal (40mila anni fa) usava tale grotta per ripararsi e macellare selvaggina e pesce (pratiche che sono state affinate nei millenni, come dimostrano i ritrovamenti attribuibili alle era paleolitica superiore – 15-10mila anni fa –, mesolitica – 9mila anni fa circa – e neolitica – da 6500 anni fa a oggi).

 

- Approfondendo la leggenda della sirena, si narra che Venere non si accontentò di aver trasformato Kamaratòn in roccia: Camerota fu saccheggiata continuamente dai pirati, fu depredata con ferocia durante i secoli, con una bestialità tale da rattristare le ninfe delle valli e dei monti, come Velia, Molpa, Centola, Montano Attilia; con una malvagità così forte da colorare di fuliggine le rose rosse di Paestum.

 

Alcune foto:

01 spiaggia di Lentiscelle
02 cimitero di Lentiscelle
03 staccionata sulla spiaggia
Grotta della serratura
Grotta della Serratura - fronte
Grotta della Serratura - alto
Particolare cartello della Grotta

Dove si trova:

Spiaggia di Lentiscelle

via delle Barche

84059, Marina di Camerota (SA)

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